Ho quasi vent'anni e non sto capendo più niente.

Ho quasi vent’anni e sento la mia vita andare a rotoli. 

Mi lascio dominare dai sentimenti negativi, gli unici a cui riesco a dare un peso, e - intervallandoli con rari momenti di serenità o spensieratezza - lascio che siano loro a decidere come vivere la mia vita. 


Ho quasi vent’anni e sono triste. 

Ma triste davvero, in un modo profondo, mai provato prima. Una condizione che per me rappresenta un ostacolo troppo difficile da superare. 


Ho quasi vent’anni e forse mi sono innamorata. 

E ormai dirlo non mi fa neanche più così strano, ma anzi è come se per alcuni versi ne andassi fiera. Fiera di un qualcosa che sta letteralmente scombussolando la mia persona, di un sentimento che mi ha investito come un fiume in piena ancor prima che me ne accorgessi. Certo che è potente questo amore, che ti porta sulla strada di persone che mai avresti pensato di conoscere, ti fa condividere tanto - ma tanto davvero, dalle canzoni fino alle emozioni più sincere - e poi ti abbandona. Ovviamente questo è riduttivo, ma è più o meno quello che è successo. 

Come può così tanto trasformarsi in così poco? Nel mio caso, sto cercando di imparare che non sempre le cose accadono nel momento giusto e a lasciare andare, “disinnescare”. Vorrei accettare con maggiore fiducia i suoi sentimenti e le sue piccole azioni, per far crescere quella parte di me possessiva, specialmente in un momento in cui noi due insieme non siamo niente. Ma io credo (e voglio continuare a farlo) nel destino e nei miei sentimenti, confidando, forse inutilmente, in un futuro per noi due.


Ho quasi vent’anni e non voglio né che l’estate - quella vera, delle vacanze - cominci, né che finisca. Tantomeno voglio festeggiare il mio compleanno tra una decina di giorni. 

Sarà colpa sua? O forse dei miei amici? Oppure è un residuo della quarantena? Mi piacerebbe avere una risposta. Sì ma quando? Anche in questo, il tempo aiuterà (o almeno così dicono). 

Me ne dispiaccio però, di questa situazione. Il dolore è egoismo puro e il mio sta prendendo sempre più spazio nelle mie giornate. Non mi concentro su nulla se non per poco, che sia lo studio o che sia una conversazione, oppure anche una piccola cosa può scatenare un mio pianto isterico e rovinarmi la giornata. O peggio: sto cominciando a trascurare le mie amicizie. Nel misero tentativo di emulare Vittorio (lo chiameremo così)  sto facendo l’esatto opposto e ogni scusa è buona per muovere una critica verso quel gruppo di amici che non sento più tanto mio. Per me è quasi come se io fossi cresciuta, e di conseguenza cambiata, mentre loro sono rimasti esattamente uguali e alcuni, se possibile, addirittura involuti. Oggi fatico a sentirli come gli amici di cui avrei bisogno ora, capaci di ascoltarmi e supportarmi, di andare oltre al bene che so mi vogliono. 


Non sono forse i vent’anni a porti davanti all’idea di essere inadatto anche alla tua stessa vita? Sinceramente, che schifo.


La ricerca della felicità, questa sconosciuta. Non penso di poter dire di averla mai incontrata, forse incrociata sulla mia strada mentre attraversavamo in direzioni opposte, ma mai si è fermata a parlarmi. 


Ho quasi vent’anni e non capisco perché io non possa meritarmi di essere felice. 

Si, assolutamente, lo so,  senza la tristezza non saremmo mai in grado di riconoscere e apprezzare altro, ma che palle. 

E’ difficile per me ricordare un lungo periodo di tempo nel quale io possa essermi definita tranquilla, serena, figuriamoci pensare a qualcosa di più.  Adesso mi guardo intorno, pensando solo al mio dolore, chiedendomi se gli altri che si trovano insieme a me possano capirlo o se abbiano passato qualcosa di simile. Se sì, come hanno fatto a superarla?


Ho quasi vent’anni e devo ancora imparare ad amarmi. 

Anzi, diciamo pure che non ne sono minimamente capace. Devo mettere me stessa prima di ogni cosa, io ho un valore e mi toccherà capire che, affinché gli altri se ne accorgano, dovrò essere io la prima a farlo. E invece trovo sempre più facile rifugiarmi nell'insicurezza, svalutarmi per esaltare gli altri con il fine di colpevolizzarmi perché non sono abbastanza bella o abbastanza intelligente, chiudendomi in una spirale di pensieri negativi.


Ho quasi vent’anni e mi sembra tutto così difficile. 

Difficile vivere l’estate che mi attende, difficile riuscire a pensare al futuro, difficile accettare la fine di una storia (e ancora più difficile l’idea che io possa innamorarmi di nuovo). E’ difficile accettare che persone che tanto ci sono state vicine possano cambiare, allontanarsi e diventare ai nostri occhi quasi irriconoscibili. 


Ho quasi vent’anni e sento di non avere certezze. 

Sono diventata incapace di apprezzare quello che ho, come l'amore e il supporto di quelle persone che mi vogliono bene davvero, oppure come la fortuna di avere ancora le mie nonne, o ancora apprezzare la mia età e godermi ciò che la vita mi sta portando.  In alcuni momenti della giornata tocco momenti talmente bassi che mi ritrovo persino a dubitare della mia salute mentale. Ma tutti mi dicono che “succede, vedrai che il tempo aggiusterà tutto e arriveranno giorni migliori”. 


Che dire, li aspetto con ansia. 

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